" Un viaggio nel tempo, o forse un rito propiziatorio da cui far risorgere un’intera epoca andata: quando Bix Beiderbecke, Igor Stravinskij, Duke Ellington, Louis Armstrong, Hoagy Carmichael, Charlie Chaplin incrociavano e sfioravano i loro destini. Ma l’operazione di Ottolini non è nostalgica: è invece magica, fantasiosa, immaginifica. Una sorta di festa sonora dove la storia, tra il reale e l’immaginario, crea improvvisi cortocircuiti che solo uno spirito postmoderno, e dunque contemporaneo, può immaginare e apprezzare. Dietro la fantasmagoria di Bix Factor c’è una conoscenza profonda della storia del jazz, che in quanto tale non è mai revival, ma reinvenzione libera ed esuberante, teatrale e magica: una sorta di rito collettivo che riassume le genialità, le tensioni, gli accidenti creativi del Novecento in una prospettiva contemporanea".
(Stefano Zenni , Direttore Artistico Torino Jazz Festival)